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al testo di Giacomo Coniglione
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to PPP " materno grembo, lego al vento e lirica libera orgasmo - chè divenni uomo più che creatura, profeta più che scrittore, manicheo per vocazione, eretico per professione e fui uomo, battezzato in Tevere -Roma, babele a cielo, lacera e sconosciuta- e lì abbracciai fede e sublimai canto: <Non credo in un Dio padre onnipotente bensì nell'uomo -portio suae craturare- nelle contraddizioni e istinti che l'adstrato piccolo borghese move a soffocare, e la sua chiesa che usignol non fa cantare>> e fui uomo, ancella di sottoproletariato, schiavo complice amante di una purezza del tutto animale e fui puro e virile, vergine e meretrice, e addossai colpe redentrici, e fui eletto al barbaro consesso, liet-motiv di scandal eccesso: << Costui ingiunge al vero e recide il falso, e come un santo non teme il diavol; costui professa amor e non teme il sacco>> e fui uomo senza gancio, mosso a compassione del fatal inganno - chè democrazia è tarlo e per questo parlo ( E continuo a guardar dall'alto) |
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