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A Pier Paolo Pasolini

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to PPP
 
" materno grembo, lego al vento
e lirica libera orgasmo
- chè divenni uomo più che creatura,
profeta più che scrittore,
manicheo per vocazione,
eretico per professione
 
e fui uomo, battezzato in Tevere
-Roma, babele a cielo, lacera
e sconosciuta- e lì abbracciai 
fede e sublimai canto:
 
<Non credo in un Dio padre
onnipotente bensì nell'uomo
-portio suae craturare-
nelle contraddizioni e istinti
che l'adstrato piccolo borghese
move a soffocare, e la sua chiesa
che usignol non fa cantare>>
 
e fui uomo, ancella di sottoproletariato, 
schiavo complice amante
di una purezza del tutto animale
 
e fui puro e virile, vergine
e meretrice, e addossai colpe
redentrici,
 
e fui eletto al barbaro
consesso, liet-motiv di scandal 
eccesso:
 
<< Costui ingiunge al vero e recide
il falso, e come un santo non teme 
il diavol;
costui professa amor e non teme 
il sacco>>
 
e fui uomo senza gancio, mosso 
a compassione del fatal
inganno
- chè democrazia è tarlo
e per questo parlo
 
( E continuo a guardar dall'alto)

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